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di Marco Maria Aterrano (Università di Padova)

 

La consultazione referendaria del 2 giugno ha forse visto nella città di Napoli il caso più evidente di tensioni pre- e, soprattutto, post-elettorali. La ricerca che qui si propone intende analizzare innanzitutto la situazione politica dettata dalla contrapposizione tra le due fazioni attraverso lo studio della presenza di associazioni monarchiche e repubblicane sul territorio cittadino. Nella sola città di Napoli, infatti, nei mesi immediatamente precedenti il referendum erano attive ben 21 associazioni di stampo monarchico e altre 5 repubblicane, cronologicamente anche ben al di là della fase strettamente legata alla preparazione del voto.

Un secondo, ma non secondario, obiettivo della ricerca è la ricostruzione della gestione dell’ordine pubblico nei momenti cruciali che portarono non soltanto allo svolgimento della consultazione, ma soprattutto agli scontri violenti che caratterizzarono le settimane successive al voto. Lo studio si propone inoltre di analizzare il durevole impatto che la mobilitazione di quei giorni ha avuto sui restanti mesi del 1946, concentrandosi sulla delicata situazione cittadina che ne era l’espressione.

Le carte di Questura e Prefettura conservate all’Archivio di Stato di Napoli ci consentono infatti di ripercorrere le vicende degli scontri tra i sostenitori delle due fazioni, dettagliando i tentativi dei monarchici di mettere in piedi una insurrezione armata, tanto paventata dalle forze dell’ordine locali. In aggiunta, la documentazione conservata presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma offre un quadro più ampio delle vicende napoletane attraverso le carte del Ministero dell’Interno.

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