A. Rota, Piccole storie del dopoguerra, «la Repubblica», 5 giugno 1996
ROMA – “Povera Camilla, dammi un po’ di camomilla” intona un giovanissimo De Sica che, prima di chiedere i soldi per il prestito della ricostruzione, si lancia in una parodia della canzone napoletana “L’ infamità mi brucia come il fuoco…”. Un cinema romano, il Labirinto, un pubblico attento che guarda lo schermo dove scorrono le immagini in bianco e nero; anziani, tanti, qualche giovane. “La guerra è durata 2194 giorni” dice Guido Notarili, popolarissimo speaker dei cinegiornali del tempo, con la voce impostata, mentre un vecchio signore, inquadrato in primo piano, racconta… “SI CHIAMAVA Nicola Crosa, raccoglieva le ossa dei partigiani… con le mani nude… ne ha raccolte duemila e le ha portate tutte al Campo della Gloria di Torino… le ossa dei miei ragazzi le voglio accarezzare io, diceva… E’ morto per una letale infezione che si è preso da quelle ossa”. S’ intitola Risvegli d’ Italia, il programma in due puntate (domani e il 7 giugno su RaiUno alle 22.50) regia di Italo Moscati (con la collaborazione di Romano Ciriaci, a cura di Gianna Bellavia), una sorta di viaggio-diario del periodo tra il 25 aprile 1945 e il 2 giugno del 1946: “Sarebbe dovuto andare in onda prima, a ridosso della ricorrenza del giorno del referendum in cui vinse la Repubblica, ma il palinsesto ha così pochi spazi, che bisogna lottare per trovarsi un angolo” dice lo stesso Moscati che ha raccolto le testimonianze di uomini e donne (21 per l’ esattezza), e incastrato le loro storie personali tra spezzoni di settimana Incom, brani di film con Amedeo Nazzari e Alida Valli, interventi di celebrità dell’ epoca. “La macchina da presa si stacca dallo schermo e si ferma sul narratore” continua Moscati “creando una continuità dialettica tra presente e passato. Hanno accettato di parlare dei personaggi incredibili. C’ è una signora austriaca scampata ad Auschvitz che sposa un italiano e che confessa di aver trovato il suo vero campo di concentramento nel Sud, in Puglia, tra gente che l’ ha sempre considerata una straniera”. Al di là del dolore, della paura di quell’ Italia che doveva risvegliarsi, il romanzo della Storia si snoda tra grandi amori: “Lo amavo ma ero fidanzata in casa con un altro e lui è morto in Russia. Non sono più stata la stessa” confessa un’ elegante signora in platea; tra episodi ancora poco conosciuti, come la fiammata del movimento secessionista siciliano che voleva annettere l’ isola agli Stati Uniti. Nonostante la tendenza della Rai a lasciare per i documentari storici solo le ‘ isole’ della terza serata, Italo Moscati ha due progetti. “Il primo è ‘ Cari agli dei’ , ambientato tra gli anni 50 e 60. La generazione del rock e del benessere del dopoguerra, dei miti ‘ bruciati’ come Elvis Presley e James Dean. E poi vorrei occuparmi del sessantotto e arrivare fino al terrorismo. Com’ è cambiata la società in quel periodo tumultuoso e drammatico, e che ruolo di primissimo piano ha avuto la tv”.